Il Fenomeno delle Birre Analcoliche
Da diversi anni siamo abituati a vedere nelle vetrine dei vostri locali, accanto al nostro marchio preferito di birra, delle bottiglie con la scritta “0.0% vol. alc.”. Fino a qualche anno fa questa dicitura avrebbe fatto venire la pelle d’oca a chiunque, facendosi domandare “Ma come è possibile?”, oggi non è più così. Con una cultura alcolica sempre più direzionata al mantenimento della salute sono soprattutto i giovani adulti e le donne i maggiori consumatori di bevande less/no-alcol; queste due fasce conferiscono al mercato una continua crescita e una continua domanda.
Cosa si intende per “Birra Analcolica”?
Bisogna prima fare un po’ di chiarezza: quando parliamo di birra analcolica si pensa subito che il tenore di alcol debba essere pari allo 0%, ma di questo immenso universo non fanno parte solo le bevande completamente de-alcolizzate. Per la legge europea, infatti, sono considerate tali anche le birre con lo 0.5% di alcol, mentre in Italia sono riconosciute come free-alcol quelle che, invece, hanno meno dell’1.2% di gradazione alcolica.
Crescita del Mercato delle Birre No-Alcol
Questa fetta di mercato non va sottovalutata visto l’importante incremento che sta avendo: già nel 2019 il mercato delle birre no-alcol valeva 4 miliardi di dollari (in Europa), e si prevede una crescita annua del 7.5% fino al 2026 In Europa e nel mondo, in generale, è la Germania ad essere leader per questo mercato, seguita da Giappone e Spagna, anche se i prospetti di crescita rilevano una maggiore dinamicità per il mercato canadese e quello australiano. In Italia, nel 2021, la sezione no-alcol ricopriva solamente l’1.4% del mercato, facendo pensare che fosse un prodotto di nicchia, ma, secondo i dati IRI, nel canale Ho.re.ca le richieste sono aumentate del 40% negli ultimi 3 anni.
Fattori di Incremento della Domanda
Vi domanderete cosa ha dettato questo aumento di richiesta: una maggior consapevolezza ad uno stile di vita sano (la birra analcolica ha la metà delle calorie di una birra normale) e una maggiore attrattiva pubblicitaria, fuse con una diminuzione del consumo di bevande alcoliche nei giovani, hanno fatto sì che diventassero proprio loro i primi consumatori di questa tipologia di prodotto. Si ipotizza, oltretutto, che la crescente domanda di questa bevanda sia anche la causa della diminuzione di bibite zuccherate nella fascia dei giovani adulti.
Metodi di Produzione delle Birre Analcoliche
Ma come si produce? Il processo è, di base, identico a quello che si utilizza per la birra “classica”, ma possono esserci delle variazioni durante le sue diverse fasi o alla sua fine che permettono di ottenere un ridotto grado alcolemico. Per raggiungere questo obiettivo, due sono le strade principali che è possibile percorrere:
- La più utilizzata è secondo il metodo di sottrazione; una volta ottenuta la birra classica si effettua il processo di dealcolazione attraverso procedimenti chimico-fisici quali chiarificazione, elettrodialisi ed, infine, osmosi. Ciò che si ottiene è una birra con 0.0% di alcol al suo interno. Per migliorare l’aroma e il sapore e preservare la sua conservabilità vengono reintegrati nella miscela alcuni prodotti ottenuti dell’estrazione alcolica, come esteri e alcoli.
- In alternativa è possibile utilizzare inizialmente mosti con una minore quantità di carboidrati fermentabili e lieviti che degradano l’alcol per via ossidativa, fino all’azzeramento del tenore alcolico del prodotto.
Esempi di Birre Analcoliche nel Mercato
Sul nostro territorio siamo i primi fornitori per quanto riguarda questo universo birraio, le nostre etichette analcoliche non hanno nulla da invidiare alle loro sorelle tradizionali. Qualche esempio?
- Dalle sapienti mani dei mastri birrai del birrificio Pedavena e dalla costante cura nella ricerca della perfezione, in un ambiente che lega innovazione e tradizione, è nata Superior analcolica, per chi non vuole rinunciare al sapore di Superior, ma senza alcol. È una birra prodotta con 100% materie italiane, genuine e che sono in grado di dare alla birra delle note uniche.
- Dal Friuli con furore arriva la birra che tutti abbiamo assaggiato almeno una volta nella vita, la Moretti. Tra le sue ultime novità troviamo Moretti Zero, nata nel 2009, dove le materie prime scelte e il processo di dealcolazione rendono questo prodotto piacevole al naso e morbido al palato.
- Dall’Olanda è arrivata una vera e propria rivoluzione della birra, l’Heineken vanta più di 150 anni di storia. Dopo anni di ricerche effettuate dai mastri birrai olandesi e nel 2017 è nata la figlia analcolica del marchio: Heineken 0.0. Il sapore resta fedele all’originale, maltato e con note floreali, e alla classica ricetta, ma con l’aggiunta di una seconda fermentazione e di una distillazione sottovuoto che priva della parte alcolica la miscela.
Non resta che scegliere quella che più ti attira, gustarla e lasciare che le note maltate ti trasportino in un viaggio sicuro, dove non è presente alcol, ma il gusto è assicurato.